L’OMBRA DI ALDO MORO
Era il 16 marzo del 1978. Sono passati 45 anni da quella data che rappresenta senza dubbio il culmine della lotta armata nel nostro Paese: li hanno chiamati anni di piombo e nessun italiano potrà mai dimenticarli. Per mantenere viva la memoria, occorre però qualcuno che ci aiuti a ricordare. Patrizio J. Macci, autore de L’Ombra di Aldo Moro, bene ha saputo rispondere a questa esigenza: far rivivere cioè, attraverso uno spettacolo realizzato in forma di reading, la figura del maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi – l’ombra di Aldo Moro appunto – ucciso nell’agguato di via Fani, insieme agli altri quattro componenti della scorta.
Gli alunni di liceo e medie (classi seconda e terza), radunati nella palestra della scuola, hanno assistito a questo spettacolo interpretato e diretto da Pino Calabrese: attraverso il ritratto di Oreste Leonardi, l’autore ha dato finalmente voce a tutti quei poliziotti, carabinieri e uomini di ogni arma che non esitarono a sacrificare la vita nell’adempimento del loro dovere.
Il percorso narrativo non è lineare: quando il monologo sembra aver trovato il suo corso lento e solenne, d’improvviso si arresta, quasi si impenna per mettere a fuoco un evento, una circostanza, un episodio che riguarda proprio la vita del Leonardi: i suoi trascorsi lavorativi, l’incontro casuale ma decisivo con quella che sarà poi sua moglie, un portafoglio che i figli hanno regalato al papà per un Natale in famiglia, il caffè che Oreste quasi furtivamente prepara ogni mattina alla sua sposa, prima di recarsi al lavoro. Il lavoro, certo! Quel lavoro cui il maresciallo Leonardi aveva da subito sacrificato tutto, e tanto più dal giorno in cui accettò di legarsi all’onorevole Moro, fino a diventarne la sua stessa ombra. L’interpretazione di Pino Calabrese è intensa, suggestiva, potente nella drammaticità che si fa via via più incalzante per esplodere in passaggi emotivamente forti.
Che cosa avranno raccolto i nostri ragazzi? Molti conoscono il nome di Aldo Moro solo perché si chiama così la scuola che frequentano. Non c’è però da meravigliarsi se a questi giovani manca la chiave interpretativa di quanto accadde in quegli anni nel loro paese d’origine… Forse che i sempre più numerosi alunni rumeni iscritti alla Aldo Moro saprebbero dire con chiarezza che cosa visse il loro paese sotto il regime di Ceausescu?
E tuttavia non è stato inutile questo momento! Se infatti molti di loro dimenticheranno alcuni passaggi legati a fatti, contenuti e dinamiche che ancoranon conoscono, fisseranno però nella memoria la forza espressiva di Pino Calabrese, il tono della sua voce, l’impeto vigoroso della sua passione; ricorderanno le parole, velate di commozione, di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Alfredo Durante Mangoni insieme alla sua vibrante testimonianza al termina dello spettacolo. Anche fra noi docenti qualcuno ha vissuto, come lui, quegli anni e ne è rimasto segnato per sempre.
Come spesso ripete la nostra preside, Tina Savoi: “Qualcosa resta! Conviene continuare a rischiare puntando in alto, stimando questi giovani ben oltre gli esiti che sapranno mostrarci. Grazie, perciò, a chi ha reso possibile questo evento e ha saputo animarlo dal di dentro mettendo professionalità ed esperienza al servizio delle istituzioni.